INFANZIE DAL PASSATO

L' ANTICA ROMA

Eccomi ritornata con questa nuova puntata in cui vi farò scoprire come vivevano i bambini all' ombra del Colosseo!

Come negli altri episodi della rubrica, inizieremo dall' abbigliamento e dalle acconciature: le fanciulle romane davano grande importanza ai capelli. Essi venivano pettinati da schiere di schiavi e le ragazze che non possedevano abbastanza capelli potevano contare su enormi parrucChe da mettere in testa che, come affermava lo scrittore Giovenale, raggiungevano altezze stratosferiche.

Per quanto riguarda i vestiti, nell' antica Roma vi erano solo toghe o tuniche molto semplici: le prime venivano indossate durante le occasioni importanti, le seconde in quelle ordinarie.

Gli abiti erano in lana o in lino anche se, chi poteva permetterselo, preferiva sete provenienti dalla Cina e cotoni egiziani molto costosi.

I colori sgargianti, come il porpora, erano molto in voga tra le persone di alto lignaggio. Questo colore veniva ricavato dal murice spinoso, un mollusco marino simile ad una lumaca.

Le ragazze indossavano tuniche lunghe fino ai piedi, mentre i ragazzi tuniche corte abbinate a calzini nei giorni più freddi.

Raggiunta l' età di 13 anni, i maschi ricevevano la toga virilis, simbolo del passaggio dall' infanzia all' età adulta. Il ragazzo dava anche via tutti i suoi giocattoli.

I romani erano talmente legati alla famiglia che, quando un parente moriva, eseguivano un calco di cera del suo viso e lo appendevano alle pareti della casa. Inoltre essi si recavano regolarmente alle tombe dei loro avi in segno di rispetto.

La prima cosa che i bambini dovevano imparare era obbedire al proprio padre, chiamato in latino Pater Familias (o al membro più anziano che ne assumeva le veci). Egli a quei tempi godeva di un potere assoluto: combinava i matrimoni dei figli, era un fanatico della disciplina e assegnava punizioni fisiche per ogni sciocchezza.

Il padre possedeva anche potere decisionale sulla vita dei bambini: alla nascita il neonato veniva posto ai suoi piedi. Se lo accettava, il pater familias lo prendeva in braccio, al contrario il piccolo veniva abbandonato o affidato ad una coppia senza figli per renderlo uno schiavo.

A 14 anni, il padre dava in sposa le figlie femmine ad un marito completamente sconosciuto e molto più grande di loro.

Anche i bambini Romani possedevano amici a quattro zampe: i più diffusi erano cani da corsa, furetti (essi venivano anche impiegati per la caccia ai topi al posto dei gatti), scimmie, pappagalli, pesci e uccelli.

I cani di razza maltese erano molto popolari e anche allora erano dotati di collare con medaglietta di riconoscimento in caso di smarrimento, mentre quelli grossi e particolarmente feroci venivano messi a guardia delle case.

Volatili e pesci domestici erano considerati molto appetitosi e a volte finivano in pentola. Ad esempio, le lingue di pappagallo erano considerate una vera prelibatezza.

Gli scolari romani avrebbero trovato sicuramente difficile l'ora di matematica, poiché usavano lettere al posto dei numeri arabi che usiamo oggi.

Fortunatamente altre materie erano considerate più "facili" come greco, filosofia e retorica: in pratica le stesse studiate dagli antichi greci.

A proposito di somiglianze con gli antichi greci, anche i bambini romani prendevano appunti su tavolette di cera con un apposito stilo in avorio o in bronzo.

A differenza di altre civiltà antiche che escludevano completamente le femmine dall' istruzione, esse facevano almeno le elementari prima di apprendere dalle madri tutti i lavori di casa.

Solo i figli di famiglie ricche potevano accedere all' istruzione. Quelli nati in famiglie povere erano al contrario analfabeti e iniziavano a lavorare già a partire dai cinque anni.

I piccoli romani, oltre che in famiglia, ricevevano una disciplina severissima anche a scuola: insieme agli alunni c'erano anche due schiavi pronti ad immobilizzarli, mentre il maestro li prendeva a scudisciate sul sedere.

Solo durante le feste religiose e brevi vacanze estive, i bambini facevano pausa da scuola. Non vi erano fine settimana!

Uno dei passatempi preferiti degli antichi Romani era andare all' anfiteatro ad assistere ai combattimenti dei gladiatori o al circo per vedere le corse dei carri. Per i piccoli Romani i gladiatori e gli aurighi erano dei beniamini, pari ai campioni sportivi del giorno d'oggi. I genitori portavano i pargoli ad assistere ai combattimenti affinché si appassionassero.

Per fortuna i bambini romani amavano anche passatempi tranquilli, come nuotare nel Tevere o andare a cavallo.

I piccoli giocavano anche con gli aquiloni, le bambole, a pallone, alla guerra, al gladiatore con spadini di legno e a sfidarsi a corse di carri in miniatura tirati da una cordicella, con i cavallini di legno su rotelle e nelle corse dei cerchi.

Vi erano anche giochi da tavolo molti simili a quelli del giorno d'oggi: dadi, astragali, dama romana, tris e tabula simile all' odierno backgammon.

Eccoci  arrivati alla fine della nostra puntata. Non perdetevi la prossima dove si parlerà dei piccoli del Medioevo!  

 


 SPIAGGIE NASCOSTE D'ITALIA (SARDEGNA)

La Sardegna è una regione meravigliosa famosa soprattutto per la sua spiaggia rosa, la cui sabbia veniva requisita dai turisti come souvenir. Fortunatamente è stata dichiarata zona protetta e la celebre sabbia rosa è al sicuro. Però vi sono anche spiagge incontaminate e poco frequentate in cui vi inviterei a godere un soggiorno la prossima estate.  

 

Cala Brigantina e Cala Corsara: entrambe situate nel suggestivo Arcipelago della Maddalena.

Cala Brigantina, nell’isola di Caprera, è formata da ben due calette di sabbia bianca e mare trasparente con bassi fondali, perfetta per gli amanti dello snorkeling. Il suo nome, com'è facilmente intuibile, richiama le antiche invasioni che assalirono l’isola. È inoltre protetta dai forti venti grazie alla presenza delle scogliere granitiche del Monte Telaione. Si raggiunge via mare o a piedi attraverso un sentiero distante circa 700 m dalla spiaggia e che parte dalle fortificazioni di Poggio Raso. 

 

Cala Corsara, nell’Isola di Spargi, è raggiungibile unicamente dal mare con imbarcazioni predisposte dal Comune della Maddalena. Divisa in quattro splendide calette di acqua verde-smeraldo, è formata da piccole dune e scogli di granito. 

Su Sirboni o Cala Francese: si trova a Marina di Gairo, immersa nell’incantevole cornice ogliastrina. Dopo aver parcheggiato l’auto, seguite le indicazioni del cartello “al mare” e percorrete un sentiero non facilissimo per circa 15-20 minuti. Ne varrà la pena, perché scoprirete un angolo di costa di una bellezza unica tutta da ammirare. Quasi sempre deserta, è arricchita da centinaia di sfumature cromatiche che vanno dal rosso delle rocce granitiche in porfido, al blu brillante del mare, sino al verde della lussureggiante macchia mediterranea dove un tempo circolavano indisturbati i sirbones, i cinghiali per l’appunto. Meta ideale anche per gli appassionati di surf e pesca subacquea.

 

Porto Pirastu: oasi di pace e tranquillità, lontano dal caos turistico tipico della zona di Costa Rei e Muravera. Si trova a sud del promontorio di Capo Ferrato e a ovest del massiccio del Monte Ferru, che la ripara dai forti venti di maestrale. Non molto distante si trovano anche i resti del nuraghe omonimo. Questo piccolo tratto di costa dorata fungeva anche da porto naturale per le antiche navi romane; ne sono testimonianza i resti di anfore, ancore e alcuni relitti presenti nei suoi fondali in parte sabbiosi e in parte ciottolosi. Si raggiunge oltrepassando il piccolo borgo di Capo Ferrato proseguendo su una stradina sterrata poco più avanti.

 

Su Tingiosu: si trova nella località di Mari Ermi nel Comune di Cabras. La spiaggetta, raggiungibile solo via mare, è immersa in uno spettacolare scenario dominato da alte falesie calcaree dove trovano rifugio numerose varietà di uccelli marini come cormorani e gabbiani, ottimo per gli amanti del birdwatching. Ammirare il panorama dall’alto con la bellissima Isola di Mal di Ventre in lontananza, regala un’esperienza davvero unica. La spiaggetta, che si trova al di sotto dell’alta scogliera, è caratterizzata da un arenile di sabbia dorata e sassolini di quarzo di vario colore.

 

 


SPIRIT, RAIN LITTLE RIVER AND FIVE SENSES LEVEL: BASE (DA 9 ANNI)

THE SIGHT- LA VISTA

With this sense we can see things around us: spot them and find them. Let' s make a try together!

 

THE SMELLING- L'OLFATTO

Here we are with the second superpower! With this we can feel all smells: the good ones and the bad ones!

 

THE TASTE - IL GUSTO

With this superpower we can  taste our favorite foods and feel how good they are.

 

THE TOUCHING - IL TATTO

With this sense we can do ourselves a lot of cuddles!

 

THE HEARING- L'UDITO 

We are arrived to the last superpower: the hearing! With this we can hear noises and music!

 

Help Spirit to reach rain following the road with  musical notes.

 

And we have also learnt a lot of words in English:

To spot: indicare

To grab: afferrare

Bad: cattivo

To discover: scoprire

Arrow: freccia

Axe: ascia

To locate: individuare

Favourite: preferito

Salthy: salato

Oats: avena

To feel: percepire

To reach: raggiungere

 Cuddles: coccole

Cannon: cannone

Smoke: fumo

Soft: morbido

To hug: abbracciare

To belong: appartenere

Picture: immagine

Rough: ruvido

Hard: duro

Smooth: liscio

Road: strada

Objet: oggetto

paw: zampa

Precious: prezioso

 


IL VIGILE

Finora ho fatto recensioni solo di film animati della Dreamworks, ma la presentazione di una pellicola con protagonista il grande scapolone d'oro e romanaccio d.o.c. Alberto Sordi, non può mancare in questa rubrica dedicata al cinema. Questo film, targato anni '60, racconta la storia di Otello Celletti, un ex sergente della seconda guerra mondiale in congedo e perennemente disoccupato. Finchè un giorno non gli arriva a casa una raccomandata del Comune in cui gli viene offerto un posto di lavoro per un atteggiamento eroico del figlio Remo, che ha salvato da un annegamento nel fiume il figlio di un assessore. Visto che è bravo ad andare in motocicletta, per evitare lavori pesanti a causa della sua ferita di guerra, propone al sindaco di metterlo nel corpo di polizia municipale. La famiglia ed egli stesso è inorgoglito ed esaltato dalla divisa che indossa, tanto che dopo un inizio di lavoro disastroso, comincia ad abusare del suo potere creando un ingorgo. Un giorno incontra la famosa attrice Sylva Koscina per cui farà un' eccezione lasciandola andare pur senza libretto, patente e bollo. Ella, per ricompensarlo, lo ringrazierà davanti a 18 milioni di telespettatori cantandogli una canzone al Musichiere (una trasmissione televisiva in voga in quelli anni). Il sindaco, venutolo a sapere, gli tira le orecchie dicendogli che la legge e il codice della strada sono uguali per tutti. Da questo momento Otello userà il muso duro facendo la multa al sindaco stesso, per cui viene sollevato dall' incarico. Egli, deciso a vendicarsi del primo cittadino, si unisce all' Unione Monarchica Italiana sfidando il sindaco alle elezioni, pur non sapendo nulla di politica. Ma per il nostro vigile la partita è tutt' altro che chiusa: in effetti un grave scandalo travolge la sua famiglia poiché suo cognato vende carne malsana e per quanto riguarda Otello, finisce in tribunale, perchèéconvive con Amalia, la compagna già legalmente sposata. Alla fine il vigile e il sindaco fanno pace e capisce a chi fare la multa e chi invece è meglio  lasciar correre. Ma combinerà un altro guaio non vedendo che la macchina del politico sfreccia a tutta velocità su una strada sdrucciolevole, finendo dentro ad un burrone; dopodiché, il sindaco ferito viene trasportato e scortato in ospedale dallo stesso Otello.


LA LISTA DI CARBONE

Eccomi ritornata in questo nuovo numero con una nuovissima recente proposta di lettura! Si tratta del libro "La lista di carbone" scritto dalla giornalista Christiana Ruggeri. Esso ha come protagonista Anna Biren una studentessa universitaria ventisettenne caduta nel tunnel della droga, dopo che Fabio, il suo ex ragazzo, l'ha iniziata a fumare cocaina. Affidata dal giudice ai servizi sociali, è costretta a scrivere un diario terapeutico che dovrà poi consegnare allo psicologo che la segue. La sua destinazione è una vecchia libreria d' antiquariato, nel quartiere ebraico, gestita dall'anziana Cristina Hauffmann, ebrea nata in Germania e sopravvissuta alla Shoah. Anna, all' inizio indifferente, si affezionerà alla vecchia signora come a una nonna, dopo che ella scopre la sua passione per i libri (soprattutto Pirandello) e per le lingue straniere. Al terzo mese della sua "galera libraia" (così Anna chiama ironicamente la sua esperienza in libreria) ella, per puro caso, scopre in archivio delle lettere rilegate con una corda di raso risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Esse sono indirizzate a Cristina da un certo Heinrich Vossel, suo fidanzato ai tempi della guerra, deportato prima a Sachssenhausen, e poi a Birkenau, dato per disperso alla fine del conflitto. Anna non ci sta a vedere un finale così tragico per una storia d'amore così bella. Navigando sul Web e consultando prima il sito del memoriale del campo di concentramento di Sachssenhausen e poi quello dello Yad Vashem, scopre che l' uomo potrebbe essere ancora in vita. Dopo aver inviato una mail e aver ricevuto risposta dal figlio di Heinz Lowe, il colonnello delle SS del campo di Sachssenhausen e da Otto Illenburg, compagno di prigionia e amico di Heinrich, chiede un incontro, con la scusa di fare una tesi sull' Olocausto. Giunta a Berlino, Otto Illenburg e sua moglie la accolgono come una nipote. Egli le rivela di più sul passato di Heinrich, che ha scritto durante la sua prigionia, su una foglia di pannocchia con un pezzo di carbone trovato in magazzino, una lista di prigionieri da liberare a Birkenau e di altri invece da sacrificare e mandare al gas diventando egli stesso carnefice. Non gli resta che sentire l'altra versione dei fatti, quella del colonnello Lowe, ma il figlio di cui Anna si prende una cotta a prima vista, si rifiuta di parlare del padre rivelandogli che è ancora vivo e vuole parlargli di persona. Ella scopre, sentendo il racconto dell' ex nazista, che egli chiese in cambio della libertà degli internati un dossier segreto in cui erano presenti progetti di armi chimiche, tra cui una bomba atomica. Alla fine, dopo un paio di tentennamenti, Anna riesce ad ottenere informazioni su Vossel che abita a Riga. Anna cerca di convincere Heinrich a vedere Cristina per renderla finalmente felice dopo tanti anni di dolore durante i quali  lo credeva disperso. Heinrich risponde che vuole solo dimenticare ed essere lasciato in pace. Dopo tanta opposizione accetta di rivedere Cristina a condizione che insieme a loro ci sia anche la sorella Adelina, convertita al cattolicesimo dopo la liberazione. Durante l' incontro con la suora, viene a conoscenza di un altro fatto inquietante della storia della Germania Est ai tempi del comunismo: le donne che erano state vittime di violenza e in situazione di indigenza, per evitare di gettare i neonati nei cassonetti, affidavano i piccoli alle ruote degli innocenti di cui le suore stesse, tra cui Adelina, si prendevano cura fino all' età di un anno. I bambini cresciuti venivano poi trasferiti in orfanatrofio, in seguito trasformato in una casa famiglia. Raggiunto il suo scopo, Anna torna a Roma trasformata da quelle esperienze che le hanno fatto ritrovare una luce nuova per affrontare il futuro, con Cristina che l' accoglie con affetto. Ma appena le racconta delle lettere del suo fidanzato, si infuria, accusandola di non avere rispetto e di avere frugato nella sua vita privata senza permesso. Il romanzo si conclude con l' incontro a Berlino dei tre vecchietti che mangiano e vanno a braccetto come due ragazzini, con Anna che si fidanza con Peter e che con la sua tesi su Sachssenhausen diventa professoressa di storia contemporanea. Un romanzo leggermente ironico e un viaggio nella storia (anche se i personaggi sono frutto dell'immaginazione dell'autrice) che ci vuole dimostrare che quando forziamo vittime e carnefici a ricordare le tragedie del passato, ci trasformiamo un po' in carnefici anche noi, ma anche che tutto questo è necessario affinché le nuove generazioni possano diventare custodi della loro memoria quando purtroppo non ci saranno più.


SHANTARAM

Se volete fare un viaggio dell'anima in una terra ricca di spiritualità e tradizioni come l'India, e capire che anche uno dei criminali più pericolosi al mondo grazie ad esse, riesce a pentirsi dei reati commessi, vi consiglierei di non perdervi "Shantaram" di Gregory David Roberts, scritto in forma semiautobiografica. Arrivato in India da latitante, dopo essere fuggito da un carcere di massima sicurezza di Melbourne in Australia, con un falso passaporto neozelandese, e una chitarra sbattuta dietro la schiena, il protagonista Lindsay, appena atterrato a Bombay, fa conoscenza del ristorante Leopold frequentato da altri criminali come lui. Conoscerà Ulla, una prostituta tedesca, Modena, il suo protettore, Didier che cerca di fargli conoscere i boss della mafia locale, Maurizio, un addetto alla prostituzione, Lettie, una ragazza inglese arrivata a Bombay in cerca di spiritualità e Vikrahm, il suo compagno, che si veste in stile western. Per fortuna Lin incontrerà anche brave persone come Karla, una ragazza svizzero-americana che ha interiorizzato gli usi e costumi locali di cui s'innamora purtroppo non ricambiato, e Prabaker che gli fa conoscere le tradizioni del posto e la sua famiglia, povera ma gentile e premurosa. Gli abitanti del villaggio rimarranno così impressionati dalla sua apparente tranquillità, tanto da adottarlo dandogli il nome marathi di Shantaram, che significa "uomo di pace" o "uomo della pace di Dio", ignorando che in realtà è uno dei criminali più pericolosi al mondo. A causa della scadenza del visto, per evitare di passare due anni di carcere, egli sarà costretto a trasferirsi nelle baracche dello slum, in cui scoppia un incendio per via dell' esplosione di una stufa a kerosene e, suo malgrado, sarà obbligato a prestare soccorso agli abitanti pur non sapendo nulla di Medicina, che comincia a studiare da autodidatta. Lin, pensando che Prabaker sia morto, cade in una profonda depressione e di conseguenza perde la fede in Dio. Ma un' apparente salvezza sembra arrivargli da Abdullah e Khaderbhai, due devoti musulmani, che lo convincono che Lui esiste e che senza credere nell' impossibile la vita perde di significato e di senso. Egli ormai, sotto la loro protezione, arriva a considerarli come un fratello e un padre, ma Prabaker sopravvissuto all' incendio, gli consiglierà di stare lontano da loro perché i due uccidono la gente per denaro. Con l' aiuto di Karla e Prabaker, egli allestisce un ambulatorio nella sua baracca, dove cura ferite da morsi e tagli, lebbra e affronterà una grave epidemia di colera. Lin nel tempo libero frequenta un circolo di discussione filosofica e religiosa gestito da musulmani per approfondire il concetto di Dio e del significato della vita. Egli, a causa di una indovina che farà la spia alla polizia indiana rivelando la sua vera identità, viene arrestato e rinchiuso nel carcere di Arthur Road, dove subisce torture disumane come lavarsi con acqua infestata dai vermi e mangiare una zuppa liquida fatta con bucce di verdure. Uscito dal carcere su cauzione e deperito fisicamente, la sua fiducia verso i due mafiosi che lo hanno preso sotto la loro ala comincia ad andare in frantumi, perché lo addestreranno a contraffare tonnellate d' oro, passaporti e lo porteranno con loro in Afghanistan a combattere la loro guerra santa contro i sovietici, fingendosi questa volta americano. Essi lo abbandonano morendo uno per uno: Abdullah ucciso dalla polizia (ma alla fine riesce a salvarsi miracolosamente) e Khaderbhai in Afganistan, durante la guerra. Anche Prabaker, Karla e i suoi amici del Leopold, lo lasciano: il primo muore in un incidente d'auto, mentre il suo amore e i compagni del ristorante si trasferiranno in altre città. Alla fine del libro egli verrà tradito anche da Vikham e Karla, che gli riveleranno di lavorare insieme alla mafia e di aver messo su la storia di Sapna, un pazzo omicida, che incita la gente degli slum alla rivolta. Lin, ormai solo ma finalmente libero capendo che Prabaker fosse l'unico amico che rimasto, decide di far visita alle sue vecchie conoscenze dello slum e di salutare suo figlio, chiamato come suo padre che è del tutto uguale a lui.

LIN DORME NEL VILLAGGIO DI PRABAKER

ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD/ARTHUR E LA GUERRA DEI DUE MONDI

Vi ricordate di Arthur? Il bambino di dieci anni che nell' altezza di soli due millimetri diventa un cuor di leone e dei suoi amici Minimei? Egli è tornato, deciso ad affrontare il suo nemico Maltazard e sconfiggerlo una volta per tutte! Il libro si apre con Arthur, che mentre sta svolgendo un rito di guerra in compagnia dei Bogo- Matassalai, viene avvertito dal suo cane Alfred, perchè un'ape è rimasta intrappolata e tramortita sotto un bicchiere messo sul davanzale da suo padre François. Quando irrompe in casa per liberarla e farla rinvenire, i suoi genitori vanno in escandescenze, perché il figlio è allergico, e una puntura anche piccola potrebbe essergli fatale. Ma non sono gli unici insetti ad andare a casa sua: è la volta anche delle formiche che il ragazzino utilizza per gioco come passeggeri del suo trenino. Infine riceve la visita di un ragno che consegna al protagonista un chicco di riso con su la scritta "AIUTO". Convinto che quello sia un messaggio inviato dai Minimei, si precipita in giardino, dove è situato il cannocchiale che dovrebbe condurlo nel mondo dei suoi minuscoli amici, ma una nuvola copre la luna che dovrebbe proiettare un suo raggio sullo strumento magico per funzionare. Così egli è costretto ad usare una fiala di pozione "piccolo-grande" per entrare nel minuscolo mondo. Passato sotto le radici, chiede al suo amico barista Max (da cui ha bevuto il suo primo Jack di Fuoco nella sua ultima avventura), di accompagnarlo al villaggio, ma quando vi giunge esso è apparentemente deserto. In realtà il popolo sta dormendo e visto l'arrivo del loro piccolo amico, decidono di iniziare la giornata quanto prima. Mentre Arthur si fa raccontare l' infanzia di Selenia e si chiede come possa averla sposata senza conoscerla davvero, Maltazard irrompe nel villaggio con la principessa tra le grinfie. Inoltre egli rivela al giovane principe di essere stato lui ad inviargli il chicco di riso con l' S.O.S., poiché il malvagio antagonista vorrebbe salire in superficie, verso il mondo degli umani e conquistarlo. Terrorizzato, Arthur accontenta Maltazard, a patto che lasci in pace Selenia. Ora il Principe delle Tenebre è alto due metri e quaranta, mentre il bambino è  intrappolato nel suo corpo da Minimeo per sempre, perché  aveva la possibilità di tornare umano fino al sorgere del Sole. L' unica chance, per affrontare Maltazard ad armi pari, è quello di recuperare la fialetta con la pozione per diventare grandi. Raggiungere lo scaffale su cui essa è custodita non è affatto facile per i nostri piccoli eroi: devono fare i conti con le loro dimensioni e affrontare Darkos, il figlio dell' antagonista. La missione si rivela un buco nell' acqua, ma Selenia ha un' altra soluzione in tasca: un liquido denso fabbricato dalla regina delle api. Nel raggiungere l' alveare presente nel giardino di Arthur, Maltazard li batte sul tempo e, grazie alla fiala ottenuta corrompendo il nonno, dà delle dimensioni gigantesche al suo esercito di Accoliti. Arthur, raggiunta l' altezza di un metro e trenta, sta per essere ucciso da Maltazard, insieme a suo nonno e Darkos ormai diventato buono. Il libro si conclude con il malvagio antagonista che, sconfitto, torna alle sue dimensioni normali e viene rinchiuso in un vasetto in frigorifero, mentre Arthur viene festeggiato da tutti, con una bella torta al cioccolato...Minimei compresi.

DARKOS SI PENTE


MADAGASCAR

Eccomi tornata con un altro spassosissimo film della Dreamworks che farà ruggire dal divertimento tutta la famiglia! Esso narra le vicende di quattro amici animali che abitano al Central Park Zoo di New York: il leone Alex, famoso tra il pubblico umano per i suoi possenti ruggiti, Gloria una femmina di ippopotamo, Marty una zebra maschio che sogna ad occhi aperti di correre libero in mezzo alla natura selvaggia e Melman, una giraffa maschio ipocondriaca con l'ossessione per i dottori. Durante la festa di compleanno per i dieci anni di Marty, egli viene costretto insistentemente dai suoi amici a rivelare il suo desiderio segreto: tornare a vivere nella natura. Tutti loro, soprattutto Alex, che si sente newyorkese fino al midollo, cercano di convincerlo a rimanere tra le mura dello zoo. Marty finge di assecondarlo ma, mentre tutti dormono, egli si avvia verso la Stazione Centrale, diretto in Connecticut, dopo aver preso alla lettera una battuta dei suoi amici. Scoperta la sua scomparsa, i nostri amici decidono di inseguirlo per convincerlo a tornare allo zoo. I quattro vengono addormentati con un sedativo dalla guardia forestale e trasferiti all' interno di casse su una nave la cui rotta è il loro ambiente naturale: l' Africa. Per via dei pinguini, desiderosi di andare verso l' Antartide, i quattro animali cadono di bordo e naufragano sull' isola di Madagascar, che scambiano per lo zoo di San Diego. A causa di una musica sentita da Alex in lontananza, i quattro amici si addentrano nella vegetazione, pensando che a fare festa e a ballare siano esseri umani, per poi scoprire che sono in realtà animali nativi del posto. Presentatisi al re dei lemuri Julien, il suo assistente Maurice e il piccolo Mort, i tre vengono accolti con calore e i lemuri rivelano loro che persone sull' isola non ce ne sono perché sono morte. Ormai perse le speranze di tornare in America e stanchi di Marty entusiasta del posto e felice di aver realizzato il suo sogno, Gloria, Melman e Alex dividono l' isola a metà: la parte civilizzata di chi vuol tornare a New York, e la parte selvaggia dove il loro amico può saltellare libero e fare ciò che gli pare e piace. Dopo che Alex fallisce ben due piani con cui poter essere  salvati, Marty lo invita a divertirsi da lui e ad apprezzare l'isola, riuscendoci. Mentre i nostri quattro amici dormono profondamente, Julien e i suoi sudditi li portano nel loro angolo di paradiso preferito, e Alex, avendo risvegliato i suoi istinti selvaggi repressi, attacca i suoi amici per poi rinsavirsi grazie all' intervento di Julien e Maurice. Il nostro leone, credendo di essere diventato un mostro, si isola, nel territorio dei fossa. Intanto la nave torna a prendere i nostri animali, ma i tre rimangono delusi, perché al posto degli umani scendono  da  bordo i pinguini decisi a prendersi una vacanza al sole, dopo essere stati in Antartide. Marty si dirige tutto da solo verso il territorio dei fossa per andare ad avvertire Alex che finalmente si torna a casa. Il leone, chiamato dal suo migliore amico, si risveglia da un incubo e si rifiuta di tornare a New York, ma poi salva Marty e gli altri suoi compagni dall'attacco dei fossa. Il film si conclude con Alex che assaggia il pesce per la prima volta e con i nostri amici desiderosi di girare un po' il mondo prima di tornare a New York....ma c' è un piccolo inconveniente: la nave ha finito il carburante!