MUSEI NASCOSTI D'ITALIA (LOMBARDIA)
La regione Lombardia, specialmente un capoluogo e una città immensa come Milano, è ricca di attrazioni turistiche famosissime in tutta Italia e in tutto il mondo. Ma questa regione italiana possiede anche musei molto bizzarri e poco conosciuti che vale la pena visitare. Scopriamoli insieme!
Spazio Fumetto
Un museo sicuramente non convenzionale di Milano è quello che raccoglie fumetti, vignette, disegni e mostre su questa splendida arte. Oltre a personaggi internazionali come Topolino e Superman, c’è anche una vasta sezione dedicata al fumetto italiano, da Dylan Dog a Martin Mystère.
Realizzato e gestito dalla Fondazione Franco Fossati qui sono custoditi rassegne bibliografiche, fumetti, disegni originali, enciclopedie e pubblicazioni di settore e, oltre a poter visitare le mostre sempre nuove, è anche possibile partecipare a eventi speciali, conferenze, e a laboratori di scrittura e di animazione, alcuni dedicati anche ai bambini e ai ragazzi.
Crespi Bonsai Museum
Questo museo, inaugurato nel 1991 per volere di Luigi Crespi, è una porta aperta che mette in contatto Oriente e Occidente. Vanta la presenza di interessanti bonsai educati dai più grandi maestri giapponesi, piante secolari, una ricca collezione di vasi, alcuni risalenti addirittura a un periodo compreso tra l'epoca Ming e l'epoca Ching, libri rari provenienti da vari paesi dell'Estremo Oriente e una collezione di arredi antichi.
The American Southwest Museum
Un museo del Far West in Lombardia? Ebbene sì, esiste davvero! Nato grazie al lascito di Enzo Vescia, un chirurgo che durante la sua vita ha collezionato reperti archeologici di civiltà indo-americane precolombiane, oggetti di artigianato dei nativi americani e di antiquariato dei pionieri, il museo espone circa 300 pezzi unici. Qui si possono ammirare sculture Azteche e Maya, ceramiche Pueblo, abiti, attrezzature usati dai cowboy, ceramiche messicane e Navajo, armi e tanto altro.
Museo della Calzatura "BERTOLINI"
Situato all'interno del Castello Sforzesco di Vigevano, capitale italiana della scarpa fino agli anni '60, questo museo ospita una sezione storica con una collezione di scarpe di varie epoche, ed una sezione etnica, che espone sia calzature giapponesi, cinesi, africane e indiane, sia modelli curiosi, come la gigantesca scarpa n. 59 del cestista Shaquille O'Neal. Non manca poi la parte dedicata ai grandi stilisti contemporanei, come Dior, Manolo Blahnik, Gucci, Louboutin, Chanel, Jimmy Choo e tanti altri!
Museo Del Pane
Allestito al primo piano del Castello Visconteo, il museo è composto da 5 sale dove potrete ammirare oltre 500 forme di pani italiani e stranieri, impastatrici, forni antichi e tutti gli attrezzi del fornaio. Potrete anche leggere le "grida", cioè le tasse e le disposizioni governative in materia di panificazione, grano e farina, emesse nel 18° e 19° secolo.
Museo Della Stampa
Soncino, non è famosa solo per il suo castello. La cittadina, infatti, è stata anche una delle prime in Italia e in Europa ad accogliere una stamperia: era attiva soli trent'anni dopo la scoperta di Gutenberg, ed era gestita da una famiglia di ebrei tedeschi. Per raccontarne la storia, ripercorrere l'evoluzione della stampa, scoprire antichi macchinari e le tecniche per la composizione della pagina con caratteri mobili è stato fondato il Museo della Stampa, situato all'interno della Casa degli Stampatori Ebrei di Soncino.
Museo dell' Energia Elettrica
In Valcamonica, all'interno di una grande ex centrale idroelettrica, si trova un museo dedicato alle tematiche legate all'energia, all'ambiente e alla tecnologia. Qui troverete installazioni multimediali, filmati di repertorio che illustrano la storia del luogo, documentari storici e cortometraggi sui grandi lavori idroelettrici. Potrete anche esplorare la riproduzione di una condotta forzata, osservare la sala macchine dove è stato ricollocato un gruppo turbina-alternatore del 1903.
Museo Della Radio
"Tutta un'altra radio" nasce nel 2013, sotto forma di iniziativa amatoriale ad opera di quattro collezionisti di apparecchi radio di vario genere. La collezione conta complessivamente circa 400 esemplari che spaziano, nei vari generi, dagli anni '20 agli anni '90. Il Museo si prefigge di far conoscere l'evoluzione nel tempo di questo mezzo di comunicazione e si occupa anche del restauro e della messa in funzione di esemplari non funzionanti.
L'UOMO CHE VOLLE FARSI RE
Ricordate il film animato "La strada per Eldorado" dove i protagonisti si fingono dei per ottenere ricchezze, per poi essere scoperti dall' antagonista che tenta di ucciderli? Questa pellicola, la cui trama è simile, è tratta all' omonimo racconto del celebre autore Rudyard Kipling. Qui egli (che è uno dei personaggi della storia) riceve un kafiriano che in cambio di una bevanda gli rammenta di quel giorno in cui ha firmato un contratto con i suoi "fratelli" della massoneria Daniel Dravot e Picky Carnehan. I due sono soldati dell' esercito di Sua Maestà Britannica di stanza in India allora colonizzata che, avendo commesso reati di contrabbando, truffa, rapina di beni, estorsione a viso scoperto, si sono finti corrispondenti del Northen Star ( mentre il vero giornalista è Rudyard). Danny e Picky dovrebbero finire in cella ma vengono graziati con l' intervento dello scrittore. I due uomini non ancora soddisfatti chiedono a Rudyard di fare loro un favore, cioè accompagnarli in Kafiristan un paese all'epoca situato tra India e Pakistan, dove nemmeno un grande conquistatore come Alessandro Magno è riuscito ad arrivare nel 300 a.C. I tre dopo aver firmato un contratto si mettono in viaggio affrontando sia il calore torrido del deserto sia le bufere di neve mentre valicano le montagne. Giungono a destinazione dove incontrano Billy Fish che tranquillizza Ootah, il re del Paese, di non aver paura perchè i due militari sono stati mandati dal Cielo per liberarli dai loro nemici: i Bashki. Picky e Danny addestrano i kafiri ad usare armi da fuoco e aboliscono la pena di morte per i prigionieri nemici che vengono accolti in fratellanza. Danny viene scambiato per il figlio del dio Sikander, al cui cospetto tutti si inchinano dopo aver notato il simbolo massonico che l'uomo porta al collo. Egli viene quindi incoronato re del Kafiristan, ma Picky cerca di rammentargli che sono venuti nel Paese per conquistarlo, per portare via i tesori dei nativi e diventare gli uomini più ricchi d' Inghilterra. Danny non si accontenta affatto di essere considerato una divinità e ordina di portargli come segno di onnipotenza la "mortale" Roxanne, per averla al suo fianco come moglie e regina. Ma appena ella lo morde sulla guancia, gli abitanti si scagliano contro di lui e lo fanno morire facendolo precipitare da un ponte sospeso dopo aver scoperto che non è affattto un dio. Insieme a Danny viene giustiziato mediante crocifissione anche Picky. Il film si conclude con i loro resti che vengono consegnati a Kipling dal kafiro..
LA LIBRAIA CLANDESTINA
Io inizialmente credevo che la corrente del neorealismo appartenesse solo al cinema nostrano del secondo dopoguerra. Ma dopo aver letto questo emozionante romanzo ho compreso che essa potrebbe riguardare anche i libri. Infatti questo romanzo è ambientato tra il 1944 e gli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Ha come protagonista una ragazza di nome Christa Schwertfeger che gestisce una libreria insieme allo zio paterno Martin e la madre Helene, il cui marito partito per il fronte non dà più notizie di sè. Siamo nel periodo della dittatura nazista, in cui alle forze di polizia chiamate SA viene affidato da Adolf Hitler il compito di mettere al rogo tutti i libri nocivi allo spirito culturale tedesco o scritti da ebrei. Christa e suo zio sembrano non correre questo rischio perchè i libri che i due vendono sono murati sul retro del negozio, ma vengono scoperti quando la ragazza accidentalmente fa cadere dietro uno scaffale "Le liriche d'amore" di Bertolt Brecht, uno degli autori proibiti accusato di simpatie comuniste del tutto infondate. Martin viene portato a processo e condannato al lager come prigioniero politico e quando i suoi famigliari tentano di avere sue notizie, il capo delle SA Hornst Klein e sua moglie tacciono. Nel 1945 mentre la Germania sta capitolando e le forze armate americane stanno raggiungendo Francoforte, Hornst si suicida per evitare il processo gettandosi dal balcone, Sua moglie viene costretta dai soldati statunitensi a spalare le macerie dei bombardamenti. Christa e la sua migliore amica Marlies sono al settimo cielo per la fine della guerra, Finamente é arrivata la pace! Ma i problemi derivati dal conflitto non sono ancora risolti: infatti sulla porta di casa si presenta Heinz Nickel, un orfano di sette anni che chiede cibo e affetto. Anche Martin fa ritorno a casa dal lager in uno stato di deperimento fisico e psichico, per cui anch' egli é bisognoso di viveri. Dato che gli istituti per bambini rimasti soli sono stracolmi, la famiglia Schwertfeger decide di prendere il piccolo Heinz in affido temporaneo. Christa, desiderosa di laurearsi in germanistica e lavorare per una casa editrice, ne approfitta per iscriversi all' università di Francoforte, dove incontra solo quattro allieve femmine in un corso frequentato in larga maggioranza da ragazzi. Ella, oltre a subire le regole sessiste del professore, nazista convinto, deve scontrarsi anche con le opinioni della madre che la vuole iscritta alla scuola di economia domestica per diventare solo una brava moglie e madre. L' unico a sostenerla nella sua scelta di essere acculturata e indipendente è il suo amato zio Martin, che la consola quando viene espulsa solo perchè donna e per aver portato come tesi "Le liriche d' amore" di Brecht, autore vietato durante il nazismo. Intanto Heinz si ammala di difterite e la pennicillina molto cara è in possesso solo dei soldati americani. Pur di non veder morire il suo fratellino, Christa ottiene la medicina in cambio di sesso con Alan, il medico dell' esercito che in seguito si scusa per averla trattata come un oggetto. Dopo la guarigione di Heinz durante una passeggiata al parco i due sorprendono Martin baciare un uomo, in un' epoca in cui gli atti omosessuali erano punibili col carcere. Ella per cercare di non pensarci ritenta l' iscrizione all' università; viene ammessa alla facoltà di letteratura a Magonza perchè più inclusiva nei confronti delle donne. Christa è fuori di sè dalla gioia per essere stata ammessa e non vede l'ora di raccontarlo allo zio che viene messo in prigione non solo per omosessualità ma anche per aver avuto rapporti sessuali con un ragazzo minorenne. Egli chiede a Christa di occuparsi da sola della libreria in sua assenza, accettando la non facile decisione di abbandonare temporameamente gli studi. La nipote fonda anche un circolo di letteratura dove incontra Jago, un aspirante poeta amico di Martin, di cui ella, che aveva inizialmente pensato di vivere da single, s' innamora perdutamente. Christa gli chiede di sposarsi con lei per salvare Heinz dall' istituto, essendo scaduto il tempo di affido, ma Jago la respinge andandosene addirittura di casa, non sentendosi pronto all' impegno famigliare. Ella invece accetta la proposta di matrimonio di Werner Hauff, il fidanzato di Martin, che rischia anch'egli di finire in prigione. Martin invece ne esce per buona condotta e appena scopre che Werner vive in una farsa fingendosi etero, cade in una depressione profonda da cui guarirà solo trasferendosi in Svizzera, dove l' omossessualità non è più considerata reato. Lì apre una filiale del negozio di musica di Werner. Il libro si conclude con Christa che ad una mostra di libri di Thomas Mann, il suo scrittore preferito, ritrova Jago il grande amore della sua vita, ormai diventato un famoso poeta che non ha mai veramente smesso di amarla.
IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA
Come non dimenticare la celebre canzone di Rita Pavone "Viva la pappa col pomodoro" in cui interpretava la parte del monello Gian Burrasca pur essendo una femmina? Io ho letto il romanzo e vi assicuro che tra una birbanteria e l'altra non si smette più di ridere! Esso è scritto sotto forma di diario da Giannino Stoppani, un bambino di nove anni che abita a Firenze con i genitori e le tre sorelle maggiori, Ada, Virginia e Luisa molto più grandi di lui. Il nostro Giannino è un simpatico discolo che fà più danni della grandine e ne combina di tutti i colori. Il giorno in cui riceve dalla mamma il suo diario come regalo di compleanno, ricopia un passaggio del diario della sorella Ada per poi farlo leggere ad Adolfo Capitani, l'uomo che i genitori le hanno fatto conoscere per combinare il matrimonio con lui. Scrive anche giudizi offensivi e imbarazzanti sotto le foto dei paesani conservate dalle sorelle per farli arrabbiare facendoli leggere alle rispettive vittime. Il bambino fà spaventare di brutto anche la cameriera Caterina saltandole addosso da dietro le tende. Giannino, non potendone più delle ramanzine e delle bastonate del babbo che ritiene ingiuste poichè egli si considera nato sotto una cattiva stella, fugge di casa verso la libertà trasferendosi a casa di zia Bettina, la sorella del padre, che lo vede arrivare tutto sporco della fuligine del treno. Egli ne combina anche a casa della zia: fa finta di far cresce la piantina della parente sollevandola con un bastone, così ella crede che al suo interno vi sia lo spirito del marito scomparso. Giannino si sbizzarisce anche con la vernice dipingendo gli animali della fattoria che trasforma in uno zoo. A questo punto egli tornato a casa dovrebbe esser messo in punizione ma ciò non succede, perchè la sorella Luisa si sposa col dottor Collalto ed è un giorno di festa anche per lui. Talmente di festa che il bambino incendia il frack del cognato con un fiammifero mentre gli sposi si avviano verso il Municipio. Tra le vittime predilette di Giannino non vi sono solo parenti, ma anche l' avvocato Maralli un socialista rivoluzionario, ateo e anticlericale a cui durante un gioco di prestigio in cui fa il mago spara un pallino nell' occhio con la pistola del tiro al bersaglio rischiando di accecarlo. Egli rompe anche la bambola della nipotina del Maralli, curioso di sapere come funziona il suo meccanismo di apertura e chiusura degli occhi e la abbandona nel bosco durante il gioco del padrone e dello schiavo facendola piangere. Anche la sorella di mezzo Virginia si sposa un paio di giorni dopo, proprio con l' avvocato convertitosi al cattolicesimo per non incontrare l'opposizione dei genitori di lei. Giannino è messo in castigo a suon di minestre di capellini d'angelo ed egli sentendosi escluso dai festeggiamenti raggiunge gli sposi e i parenti in chiesa di nascosto piazzandosi sul retro della carrozza. Tornati a casa dallo sposalizio, Giannino piazza anche dei razzi del caminetto e quando la cameriera lo accende esplodono. Mentre il Maralli e Virginia sono lontani da casa per il viaggio di nozze. Il loro piccolo cognato è affidato alla sorella Ada che il fratello spaventa prima mettendole un' anguilla sul pianoforte che lei scambia per una vipera e poi piazzando un manichino di paglia sotto il letto facendolo passare per un ladro e facendola ancora schiattare dalla paura. Giannino non fà disperare solo i suoi famigliari con le sue monellerie, ma anche il maestro davanti il quale nessuno degli allievi deve muovere un muscolo altrimenti si infuria (tutti gli allievi lo soprannominano così!). La sua vittima preferita è Mario Betti che i compagni chiamano Mi' Lordo, sia perchè si veste all'inglese sia perchè ha le orecchie sempre piene di cerume. Tra le birbanterie di Gian Burrasca di cui il ragazzo è bersaglio c'è: incollargli la pece sotto il sedere strappandogli i pantaloni e scrivergli una frase contro Muscolo (il maestro) sulla schiena con l' inchiostro rosso. Il babbo ormai stanco di subire le monellerie di suo figlio gli dà un' ultima possibilità: o diventare buono soggiornando a Roma a casa di Virginia e del Maralli o essere spedito in collegio. Egli dopo le solite promesse da marinaio brucia la borsa da avvocato del cognato, comprandogliene una nuova e pescando dalla bocca l' ultimo dente rimasto al signor Venanzio, lo zio del Maralli affetto dal morbo di Parkinson. A questo punto il vaso è colmo e il babbo lo spedisce al convitto Pierpaoli sperando che con le maniere forti impari un po' di disciplina. Esso è gestito dal signor Stanislao e dalla signora Geltrude, nipote del fondatore Pierpaolo Pierpaoli, che lo costringono ad indossare un' uniforme di tipo militare e a mangiare tutti i giorni minestra di riso durante la settimana e una di baccalà il venerdì, il sabato e la domenica. Dopo essere stato spedito in "prigione" per essersi rifiutato di fare la spia durante una fumata dei ragazzi del gruppo dei grandi, essi lo accolgono nella loro società segreta "Uno per tutti, tutti per uno". I suoi membri sono stufi di mangiare sempre gli stessi piatti al refettorio, così inseriscono una sostanza chimica chiamata anilina nei piatti, facendola diventare la famosa pappa col pomodoro. Desideroso di farsi espellere a tutti i costi dal collegio, Giannino attraverso due spioncini insieme al suo amico Gigino Balestra simula di essere la voce dello spirito del fondatore della scuola. Scoperto grazie ad un compagno che ha fatto la spia al bidello, riesce a farsi buttare fuori. Giannino dopo aver promesso questa volta seriamente al babbo di essere buono d'ora in avanti, scopre che Venanzio dopo la sua morte gli ha lasciato l'eredità e ciò fà infuriare il cognato che ci teneva ad avere la sua parte, essendo l' unico parente rimasto. Il libro si conclude con Giannino che spende la sua somma in gelati e paste alla pasticceria di Gigino, ormai diventato il suo migliore amico. Insieme fanno una buona azione modificando un articolo della rivista politica Unione Nazionale, che attacca l' avvocato definendolo un nemico della religione e portando in redazione come prova le pagine strappate del diario del bambino, che attestano la sua conversione.
DAL RISCHIO RETROCESSIONE A CENERENTOLA DELLA COPPA ITALIA: BRESCIA BATTE A SORPRESA LA VIRTUS BOLOGNA 76-84
Nel linguaggio sportivo si dice sempre che le competizioni si decidono contro le "piccole" e quando il gioco si fa duro le squadre piccole cominciano a giocare.
Ed è proprio quello che è successo in questa metà di campionato con la Leonessa Brescia, che a quanto pare ha sorpreso tutti uscendo da una crisi di risultati che stava per farla scivolare in zona retrocessione.
Il cammino di Coppa Italia di questa piccola-grande realtà inizia contro l' Olimpia Milano, da sempre una delle grandi favorite della competizione, che ne esce sconfitta per 72-75.
Alle semifinali la compagine guidata da coach Alessandro Magro schianta il Pesaro 74-57, una squadra anche arrivata dal basso della classifica e che sta facendo un ottimo lavoro nel massimo campionato.
Ma la sorpresa più clamorosa avviene in finale, dove il Brescia riesce a sconfiggere una big come la Virtus Bologna in pieno ciclo di vittorie per 76-84, facendo scoppiare la festa in città.
Complimenti vivissimi ad una realtà che ha messo cuore e sudore per arrivare a questo storico traguardo!
MUSEI NASCOSTI D'ITALIA (TRENTINO ALTO ADIGE)
Il Trentino è famoso per il suo turismo di alta montagna, ma anche a valle e in paese ci sono tante attrazioni famose. Esistono però dei musei piccoli di dimensioni ma grandi nella cultura che trasmette ai suoi visitatori...anche i più piccoli.
Mulino museo dell' ape
Un luogo affascinante dove si parla di api, apicoltura, miele e biodiversità, dove scienza e natura danno vita a nuovi stimoli per conoscere da vicino questo particolare mondo.
Un vero e proprio laboratorio sociale di smielatura –primo ed unico in Trentino dove si può assistere, in compagnia degli apicoltori, a tutte le fasi di estrazione del miele, degustare il dolce nettare ed acquistare i prodotti dell’alveare, provenienti esclusivamente dalle piccole aziende locali.
Non solo un Museo, ma anche un antico mulino ad acqua posto all’interno di un’area naturalistica protetta (Ontaneta di Croviana) riconosciuta come Sito di interesse Comunitario, in prossimità di numerose passeggiate e della pista ciclabile della Val di Sole.
Esperte guide ti condurranno, attraverso un affascinante percorso interattivo, a conoscere da vicino la vita delle api e la loro efficiente organizzazione sociale.
E se, dopo essere entrato nel loro nido, ascoltato i suoni ed annusato gli odori di questo meraviglioso mondo, vi restassero altre curiosità, uno staff di esperti saprà dare risposta ad ogni vostro quesito.
Museo Pietra Viva
Un museo davvero curioso, strutturato su 4 piani che sono un viaggio guidato dalla passione dei due gemelli Pallaoro alla scoperta del mondo dei minerali. All'interno, da non perdere, si trova la ricostruzione del più grande"geode", ovvero una cavità rocciosa ricoperta di cristalli, scoperto dai due fratelli negli anni '90: guardando attraverso la fessura nella roccia, sembra di avvicinare l'occhio ad un colorato caleidoscopio.
Il museo propone un interessante viaggio nel mondo dei minerali e dei minatori, attraverso 400 anni di storia che hanno visto fiorire e decadere l'attività mineraria in questa valle di immigrazione tedesca. Oltre alle mostre, il Museo propone visite guidate, attività e laboratori didattici, serate informative, escursioni tematiche ed altre iniziative.
Pochi luoghi come l’Alpe Cimbra sanno raccontare la storia, da quella più lontana a quella più recente.
Forte Belvedere e Base Tuono
Forte Belvedere-Gschwent, fortezza del primo Novecento, racconta la Guerra dei Forti, lo scontro tra lo schieramento fortificato austro-ungarico e quello italiano (1915-1918). Varcato l’ingresso, i lunghi corridoi della casamatta, i camminamenti in caverna, gli obici in cupola corazzata e gli allestimenti multimediali avvolgono il visitatore nell'aspra atmosfera del conflitto, combattuto tra muri di roccia, cemento e acciaio.
A pochi chilometri di distanza, Base Tuono, allestimento nel suo genere unico in Europa, racconta un’altra guerra, fortunatamente non combattuta, la Guerra Fredda (1949-1989). Missili puntati al cielo, hangar, bunker sotterranei, carri elettronici e radar evocano la tensione tra Est e Ovest del mondo.
Visitare questi siti è una grande occasione per avvicinare e coinvolgere anche i più piccoli nella memoria della Guerra che non coinvolse soltanto i “grandi”, ma segnò anche l'infanzia dei “piccoli”. Cambiarono i giochi, si raccontarono nuove storie con nuovi eroi, si dovette diventare grandi troppo in fretta.
Museo dell'Areonautica Gianni Caproni
Una collezione unica di aeromobili d’epoca, tra cui spiccano velivoli di inizio Novecento che hanno fatto la storia. Tra questi l'Ansaldo SVA 5 che partecipò al volo dimostrativo su Vienna di Gabriele D'Annunzio, il 9 agosto 1918.
Questo museo, gestito dalla Fondazione Museo storico del Trentino, saprà stupirti, riportandoti all’età pionieristica del volo di inizio secolo fino alla seconda guerra mondiale. L’esposizione è intitolata a Gianni Caproni, pioniere del volo e capostipite dell’omonima azienda impegnata nella costruzione di velivoli nella prima metà del 20° secolo.
Era stato lo stesso Caproni, nel 1927, a realizzare il primo nucleo di collezione museale a Taliedo, sede a quel tempo delle sue Officine collocate accanto all’Aeroporto di Milano. La collezione, cresciuta nel tempo grazie alla dedizione dei discendenti, è approdata a Trento nel 1992 con l’inaugurazione di una nuova esposizione permanente.
La struttura museale è dotata anche di una sala conferenze e di un piccolo bookshop dove sono a disposizione libri, gadget e modellini.
Orme dei dinosauri
Sapevate che poco sopra Rovereto c’è il più grande giacimento scoperto in Italia di impronte fossili di dinosauro? Un’esperienza particolare, fruibile in autonomia o accompagnati da esperti del Museo Civico di Rovereto nelle visite guidate, il secondo sabato di ogni mese, da aprile a ottobre.
Tutto l’ambiente attorno è impressionante, fatto di enormi rocce, scarpate e massi franati in epoche antichissime, i famosi Lavini di Marco, citati anche da Dante nella Divina Commedia. La zona è arida e assolata, perciò per l’estate si raccomanda di portare un po’ d’acqua con sé, soprattutto se si visita il sito con i bambini.
Le orme si dividono in due gruppi principali, carnivori ed erbivori; un buon numero d'impronte lasciate dai dinosauri erbivori è in ottimo stato di conservazione ed è facile riconoscere uno dopo l’altro i passi degli animali in quello che un tempo era fango.
LA SEDIA D'ARGENTO
Ricordate com'è finito il quinto capitolo delle Cronache di Narnia in cui Aslan, a malincuore, rivela a Edmund e Lucy che non possono tornare a visitare il magico mondo di Narnia perchè cresciuti, come è successo in precedenza a Peter e Susan? Però, egli non ha detto niente di Eustace! Infatti lo ritroviamo in questo libro insieme a Jill Pole, una sua compagna di scuola, che siccome la preside è totalmente incapace di gestire i suoi alunni e li lascia esprimersi come vogliono, è vittima dei bulli. Un giorno i due ragazzi si trovano in una foresta su un precipizio e Jill, cominciando a fare la stupida, fa precipitare giù il suo compagno. Ella spinta dalla sete si abbevera da un ruscello trovandosi tra le zampe possenti di Aslan, che come promesso ai fratelli Pevensie, non li abbandona neanche nel mondo degli umani. A Jill ed Eustace viene affidata dal leone la missione di correre in soccorso al principe Rilian, figlio del re Caspian, rapito da una strega malvagia, e alla ragazza viene affidato anche il compito di ripetere a memoria quattro segni prima di andare a dormire la sera. Jill, volando sul respiro di Aslan, raggiunge l'amico al molo da cui Caspian sta partendo per un viaggio trovandolo invecchiato, perchè il tempo a Narnia scorre più rapidamente rispetto al nostro mondo. Quella sera i due ragazzi convocati dal Parlamento dei gufi, prima di partire per la loro missione insieme a Pozzanghera un paludrone macchinoso, guastafeste, pessimista e malfidato, scoprono che il principe scomparso è un ragazzo la cui madre è stata uccisa da un serpente velenoso. Rillian, deciso a vendicare sua madre, va in cerca della serpe che successivamente ritrova tramutata in una donna bellissima che lo rapisce portandolo via con sè causando un immenso dolore a Caspian, il padre del ragazzo. Lungo il viaggio i tre eroi incontrano la strega che li invita al castello di Harfang nella Terra dei Giganti per partecipare alla Festa d' Autunno. Eustace e Jill, al contrario di Pozzanghera che ritiene l'invito una trappola, sono al settimo cielo perchè possono finalmente avere un pasto e un letto caldo, visto che l'inverno è alle porte. Giunti al castello, i nostri eroi appaiono ai giganti, data la loro prospettiva di dimensioni simili a scriccioli da coccolare e viziare (sopratutto Jill). Ma quando scoprono che la loro alimentazione si basa su animali parlanti, esseri umani e paludroni, Eustace, Jill e Pozzanghera fuggono venendo notati dai cacciatori e inseguiti dai segugi. I protagonisti si rifugiano in una caverna che altro non è che il Mondodisotto abitato da creature simili a gnomi con lo sguardo sempre triste, perchè sono schiavi della strega malefica. Pozzanghera e i ragazzi giungono in una sala dove trovano il principe Rilian che rivela di essere schiavo di un incantesimo che la Donna dalla Veste Verde gli ha lanciato e che ogni notte si impossessa di lui. Il ragazzo riesce a tornare in sè solo una volta che pronuncia il nome di Aslan, legato ad una sedia d'argento che poi distrugge. La maga, accortasi che il principe è libero, tenta di ipnotizzare e fare il lavaggio del cervello ai tre ragazzi illudendoli che Narnia, il sole, e specialmente Aslan, non esistono e che sono tutte fandonie. Pozzanghera, non abbagliato dalla melodia che l' antagonista suona tramite un mandolino, sveglia i ragazzi e insieme a loro si avventa contro la donna trasformatasi nel serpente che anni prima uccise la regina di Narnia, madre di Rillian, uccidendola a sua volta. I quattro mentre tornano in superficie (non senza prima aver assistinto alla ritrovata felicità degli gnomi finalmente liberi dalla schiavitù della strega), restano al buio perchè le torce si spengono e rimangono intrappolati nelle viscere della terra. Per fortuna vengono tratti in salvo dalle creature di Narnia. Jill ed Eustace, dopo aver salutato Pozzanghera, si avviano verso il porto per accogliere il ritorno di re Caspian che purtroppo muore per cause naturali sotto gli occhi di Rilian felicemente ritrovato. Il capitolo si conclude con i due ragazzi che, tornati a casa sul soffio di Aslan, fanno risuscitare Caspian ferendo uno dei polpastrelli del leone con una spina di rovo, usandone il sangue, e che mediante un ramoscello trasformatosi in frustini a spada sguainata, danno una bella lezione ai bulli e alla preside della loro scuola inseguendoli.